martedì 21 ottobre 2008

L' atteggiamento del Ministero degli Affari Esteri e delle FF.AA. durante la Seconda Guerra Civile Europea.

Una delle tesi che ho sempre sostenuto è che le Leggi Razziali, tra l'altro approvate e benedette da tantissimi personaggi che a guerra finita si ricicleranno come "antifascisti da sempre", in realtà o non furono applicate, o se applicate si cercava di ridurle all' impotenza.
Uno dei capitoli che aiutano alla comprensione di tale antisemitismo maccheronico può essere quello che Renzo De Felice, nella monumentale opera "Storia degli Ebrei Italiani sotto il Fascismo" viene a proposito dell' atteggiamento del Ministero degli Affari Esteri e delle Forze Armate Italiane all' estero. Che De Felice così definisce: "Una pagina di grande importanza e, finalmente, molto onorevole nella storia dei rapporti tra Fascismo ed Ebrei negli anni della persecuzione". Riferendosi sia agli Italiani di religione Israelita residenti all' estero, sia verso gli Israeliti presenti nelle zone d' occupazione Italiana, come Francia, Jugoslavia e Grecia. E su questo esiste ormai una vastissima documentazione; dalla "Relazione sull' opera svolta dal Min. Aff. Esteri per la tutela delle comunità ebraiche (1938-1943)" a Poliakov-Sabille "Gli Ebrei sotto l' occupazione italiana"; altri testi come Pommerin "Le controversie di politica razziale nei rapporti dell' Asse Roma- Berlino" ed altri ancora. Addirittura fino al Settembre 1942, in piena guerra, ad un anno di distanza di quel vergognoso tradimento che, quello sì, aggraverà la posizione di TUTTI gli Italiani, di qualsiasi religione, nei confronti dell' Alleato Tradito, il Ministero degli AE si oppose sempre con fermezza a qualsiasi discriminazione degli Italiani Israeliti persino in Germania. E quando, a partire sempre dal Settembre 1942, Berlino cominciò a tergiversare sull' impossibilità di tenere un atteggiamento privilegiato verso gli Italiani Israeliti sia in Gerrmania che nei Territori Occupati, dichiarando che a partire dal Gennaio 1943 essi sarebbero stati rimpatriati o deportati in Polonia, il Ministero ne organizzò subito il rimpatrio.
Un telegramma del 3 Febbraio del MEI, nel dare ordine di avvertire tramite tutte le rispettive Sedi Consolari del pericolo incombente, estese la protezione anche agli Ebrei della ex-Jugoslavia originari dei territori annessi all' Italia. Cioè gran parte della Slovenia, Lubiana compresa.
Tale protezione venne estesa con la circolare del 21 Marzo del medesimo anno anche ai parenti stretti degli Italiani Israeliti. Estesa anche a molti del Nizzardo.
In tal modo poterono sfuggire alla deportazione e rientrare in Italia circa 4000 Ebrei.
Negare che Mussolini, che tutto controllava, fosse all' oscuro di questo, è curioso ma deleterio Negazionismo.
(continua...)

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